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Le nostre recensioni

di Simona Cassataro, III A, SSIG

Musica, musica e ancora musica sul palco di Sanremo.
I nostri nonni ricordano la prima edizione del Festival della canzone italiana. Correva l’anno 1951. A noi giovani sono care soprattutto le edizioni trasmesse durante la pandemia, caratterizzate dall’assenza del pubblico. Ma naturalmente è l’ultima che ci ha appassionato e di cui iniziamo a canticchiare i ritornelli.
Dal 6 al 10 febbraio abbiamo assistito al settantaquattresimo Festival: trenta artisti e trenta canzoni in gara, cinque serate piene di ospiti e sorprese, fino alla vittoria di Angelina Mango, che porta in gara "La Noia".
Tra le canzoni più significative di questo Festival, spicca sicuramente "Casa mia" di Ghali, che parla di temi di drammatica attualità, come la guerra e l’immigrazione: "Ma come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale, per un pezzo di terra o per un pezzo di pane. Non c'è mai pace".
Queste parole ci ricordano i terribili eventi che stanno accadendo ai nostri giorni in Medioriente e ancora in Ucraina. Numerose le novità e le "chicche" che catturano l’attenzione del pubblico. Una di queste è l’esibizione del cantante napoletano Geolier che, nella serata dei duetti, propone un brano insieme a Guè, Luchè e Gigi d'Alessio. Dopo la performance musicale, il pubblico rivolge loro una raffica di fischi. Amadeus, il conduttore, visibilmente imbarazzato, commenta con amarezza: «Mi dispiace molto per i fischi. Geolier è un ragazzo di talento, tanto amato. Se è arrivato primo, vuol dire che è stato votato. Questi fischi li trovo ingiusti».
L’edizione 2024 di Sanremo si conclude proprio con tanti giovani di talento sul podio. A loro solo applausi…